Covid. Quarta dose si, quarta dose no. A che punto siamo? E i nuovi vaccini?

di redazione 30/03/2022 SCIENZA E TECNOLOGIA
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"I dati pandemici" sul covid in Italia oggi "non sono confortanti: se continua così, la quarta dose diventerà uno degli strumenti possibili da utilizzare anche a breve termine. Noi avevamo ipotizzato l'autunno ma, se continua così, probabilmente dovremmo proteggere i nostri anziani e le persone più fragili prima. Credo che il Governo dovrà valutare, insieme con i tecnici, l'opportunità di avviare una campagna vaccinale con la quarta dose". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo).

"Non c'è nessuna base solida, né scientifica né epidemiologica nel contesto che stiamo vivendo, che possa giustificare in questo momento una quarta dose di vaccino" anti-Covid estesa a categorie diverse da quelle per cui è già prevista e per le quali - tecnicamente - non è da considerarsi un secondo booster, ma un richiamo dopo un ciclo primario di vaccinazione composto per gli immunodepressi da 3 dosi, dice con forza all'Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano.

"Sono assolutamente d'accordo - incalza l'esperta - con chi dice che una quarta dose oggi sia positiva esclusivamente per le aziende farmaceutiche che producono i vaccini". Secondo Gismondo, "una nuova dose sarebbe ottimale con un vaccino aggiornato, sicuramente all'appropinquarsi dell'autunno, ma non prima".

"Sicuramente" sul tema quarta dose di vaccino anti-Covid "è necessario qualcosa di unitario a livello europeo, per evitare il caos che abbiamo vissuto per esempio con le indicazioni sul vaccino di AstraZeneca e con altre questioni" relative alla gestione della pandemia.

Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, concorda con la richiesta avanzata in sede Ue dal ministro della Salute Roberto Speranza, che, partecipando ieri a Bruxelles al Consiglio Salute, ha annunciato "l'impegno" dell'Unione, "nel giro di una settimana, di fare una proposta" in direzione di una linea comune sui tempi del secondo booster e sulle fasce generazionali alle quali somministrarlo.

Poiché si tratterebbe comunque di un'indicazione non vincolante, "c'è il rischio che gli Stati membri si muovano ugualmente in ordine sparso - ammette l'esperto sentito dall'Adnkronos Salute - Anche per la vaccinazione anti-influenza, del resto, ci sono piccole differenze", ricorda. "L'augurio" del direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, tuttavia, "è che si arrivi a una giusta omologazione. Cioè che ci sia un'indicazione Ue e che i Paesi la recepiscano allineati".

"Per il momento non penso sia il caso di utilizzare il secondo richiamo" vaccinale anti-Covid "su tutti gli over 50, mentre ritengo che andrebbe valutata la possibilità di vaccinare gli anziani (over 70 in Germania, over 80 in Francia), soprattutto se residenti nelle Rsa". Questa la linea di Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, sulla quarta dose autorizzata ieri dall'americana Fda per gli ultra 50enni - oltre che per gli immunodepressi - con i vaccini Pfizer e Moderna.

"E' giusto" comunque, precisa l'esperta su Facebook, "prepararsi" a una nuova dose di vaccino contro Sars-CoV-2 "nel caso dovesse essere necessario, e probabilmente lo sarà in autunno".

"La quarta dose di vaccino oggi, io che ho 50 anni, coi dati che abbiamo non me la farei", taglia corto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1.

"Non credo che una quarta dose generalizzata agli over 50 sia una scelta risolutiva in questo momento. Per il futuro è un altro paio di maniche: se ne potrebbe riparlare in autunno, rispetto al quadro epidemiologico e con qualche dato in più. Oggi sarei più mirato, puntando sulla verifica della risposta immunitaria individuale, anche perché il vaccino è sempre lo stesso e ha i suoi limiti di funzionalità", afferma dal cato suo Massimo Galli.

E riconferma la sua posizione su una scelta mirata di un secondo booster anche per i fragili. "Penso che sia più corretto - continua - investire per verificare come sono messi, dal punto di vista immunitario, anche quelli che hanno una situazione più critica, andrebbe fatta una verifica della risposta immunitaria pre e post", conclude.

Ho sempre detto, e lo continuo a dire, che una quarta dose" anti-Covid "fatta ora con lo stesso vaccino, vecchio e di almeno 2 anni e mirato contro un ceppo virale ormai non più presente nel mondo, è un assurdo proprio dal punto di vista teorico". Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), in un'intervista all'Adnkronos Salute si dice "francamente stupito dalla Fda" americana che ieri ha dato il via libera a un secondo booster dei vaccini a mRna di Pfizer e Moderna per gli over 50, oltre che per gli immunodepressi. Ma l'esperto esprime "sorpresa" e si fa delle domande anche su Big Pharma: "Preferisce forse esaurire le scorte di prodotti vecchi, prima di proporne di nuovi? A voler pensar male, ma non voglio farlo - precisa - verrebbe quasi da chiederselo".

 

"Con questi vaccini - ricorda Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili - noi abbiamo la possibilità di aggiornare velocemente la formulazione alle nuove varianti virali circolanti. E' quello che del resto", con vaccini diversi e anche meno flessibili per tecnologia utilizzata, "facciamo ogni anno contro l'influenza. Invece ancora non siamo riusciti a farlo per Covid-19 e allora mi chiedo se dobbiamo attribuirlo a un momento di difficoltà dell'industria farmaceutica oppure, in maniera più cattiva, se dobbiamo immaginare che ci siano depositi da svuotare".

"Non voglio arrivare a crederlo", ribadisce il virologo. Ma neppure vuole arrivare a pensare che, di fronte all'avanzata di Omicron 2, "si possa essere talmente disperati da sperare che una quarta dose di vaccini vecchi possa aiutare se l'effetto della terza non basta".

"Continuando a dare la stessa dose dello stesso vaccino", ancor più se a persone senza particolari problemi di salute, che con un coronavirus in 'versione' Omicron "sono abbastanza veloci a negativizzarsi o non inclini a positivizzarsi in modo rischioso - ragiona il presidente dei virologi italiani - noi continuiamo a fornire al sistema immunitario sempre lo stesso tipo di stimolazione. La forza dei vaccini a mRna - ricorda - è quella di potenziare prevalentemente la risposta anticorpale, più di quella cellulo-mediata". Quindi, "se proprio dobbiamo decidere che è necessaria una quarta dose adesso, allora" secondo Caruso "è meglio valutare la possibilità di utilizzare prodotti che funzionano con meccanismi diversi", così da dotare l'organismo di uno 'scudo' più completo.

Ma un secondo booster serve farlo ora o più avanti? "Intanto adesso", evidenzia lo specialista, la curva si sta appiattendo e, complice l'arrivo della bella stagione, "stiamo andando incontro a una diminuzione dei casi. Dunque", anche per rispondere alla richiesta di una posizione chiara e condivisa, che il ministro della Salute Roberto Speranza ha sollecitato ieri in sede Ue, "io penso all'opportunità di somministrare in ottobre, prima del nuovo picco che ci attendiamo e che speriamo sarà contenuto, un vaccino che però sia aggiornato all'ultima variante circolante".

Il consiglio di Caruso è insomma di aspettare l'autunno e prodotti più nuovi. Anche perché, "pure guardando ai dati di Israele - rimarca - ci sono voci molto contrastanti sulla quarta dose. C'è chi l'ha ritenuta addirittura controproducente", fatta così ravvicinata e con gli stessi prodotti.

Se invece una quarta dose si riterrà opportuna prima di ottobre, "allora si potrebbe pensare a un vaccino diverso da quelli a mRna - insiste il numero uno della Siv-Isv - per dare almeno stimoli diversi all'immunità e generare una protezione un po' più ampia. Le strategie" per combinare meccanismi di difesa differenti "ci sono e sono conosciute a livello immunologico e virologico. Mentre il parere positivo dato adesso a una quarta dose degli stessi vaccini mi sembra una banalità talmente forte che - ripete Caruso - ci si chiede perché si vogliono usare prodotti vecchi così 'alla cieca', senza ragionarci troppo". E "sorprende - incalza - che lo faccia la Fda, in genere sempre molto attenta".

"Perché voler impiegare in quarta dose, adesso, ancora una volta vaccini a mRna non aggiornati alle varianti circolanti?", domanda nuovamente l'esperto. "Si potrebbero utilizzare altre piattaforme - suggerisce - Anche perché si è visto da dati molto recenti, quelli pubblicati su 'The Lancet' e relativi a Sputnik, Sinopharm e AstraZeneca, che alla fine anche prodotti che a suo tempo abbiamo scartato in favore di quelli a mRna danno risultati interessanti. A dimostrazione di come, probabilmente, ci sia stata una sorta di preclusione non giustificata".

"In definitiva, se proprio siamo disperati e vogliamo rivaccinare ora non solo gli immunocompromessi ma anche particolari fasce d'età, e se le case farmaceutiche non sono riuscite ad aggiornare i vaccini a mRna, quantomeno - conclude il presidente dei virologi italiani - valutiamo l'idea di farlo con un vaccino diverso".

ll vaccino Hipra, sviluppato dall'omonima azienda spagnola e all'esame dell'agenzia del farmaco europea (Ema), contiene due componenti della proteina spike, quella che consente al virus Sars-Cov-2 di legarsi alle cellule umane. Il meccanismo differisce dunque dai vaccini a mRna (Pfizer e Moderna), come da quelli adenovirali (Astrazeneca e Jannsen), mentre è simile a quello di Novavax, con un'importante differenza però: mentre Novavax introduce nel corpo umano l'intera proteina spike, quella ricavata dal virus originario isolato a Wuhan a gennaio 2020, i frammenti contenuti nel nuovo preparato, riprodotti in laboratorio, corrispondono a parti della proteina spike delle varianti alfa, identificata a ottobre 2020 nel Regno Unito, e beta, rilevata in Sudafrica il successivo dicembre. 

Quando viene somministrato, il sistema immunitario del paziente identifica le due proteine come estranee e inizia a produrre le sue difese, gli anticorpi e le cellule T, efficaci i primi nella risposta immediata, le seconde in quella a lungo termine. 

A differenza inoltre di tutti i vaccini approvati finora, non è pensato per il ciclo primario, prima e seconda dose, ma solo come booster (dose aggiuntiva) per chi ha già ricevuto un vaccino a mRna o adenovirale. 

Come nel caso dei vaccini anti Covid-19 approvati in precedenza, Ema si avvale dello strumento della rolling review, che in situazioni di emergenza consente di velocizzare i tempi dell'esame. I risultati preliminari di studi di laboratorio e clinici sugli adulti, finora, suggeriscano che la risposta immunitaria con il vaccino Hipra possa essere efficace contro Sars-Cov-2, comprese le varianti come Omicron. L'Ema valuterà i dati non appena saranno disponibili per decidere se i benefici superano i rischi. La revisione continuerà fino a quando non saranno disponibili evidenze sufficienti per una richiesta formale di autorizzazione all'immissione in commercio. 

Intanto negli Ststi Uniti arriva l'ok di Fda a quarta dose Pfizer e Moderna per anziani e immunodepressi.



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